venerdì 15 novembre 2013

"Per me non esiste la parola "DISABILE"..."

"...ma esiste la parola “diversamente abile".
Sono diversamente abile solo perché non cammino, ma la testa ce l'ho e la uso come TUTTI gli altri".
Così parla Fabrizio Calza di quella che viene chiamata “disabilità”...

Chi è Fabrizio Calza?
Nasce nel 1992 e vive a Torino. Ragazzo solare, sportivo, simpatico e disponibile. Appassionato di film polizieschi e cinema. Amante soprattutto del cibo. “Ora però sono a dieta stretta” mi confessa con un sorriso. Nella vita lavora come impiegato in un' azienda.
Dietro questo viso solare e sorridente si nasconde una grande carriera e una grande dote: Fabrizio è un giocatore di serie A2 di basket su sedia a rotelle.
Gioca con l' hbTorino U.i.c.e.p. (unione italiana contro emarginazione dei paraplegici) di Torino.  (www.hbtorino.it)


Fabrizio è nato con una deformazione alla spina dorsale: Spina Bifida. 
Questa deformazione colpisce a metà la colonna vertebrale, dividendola a metà e impedendo alla persona di utilizzare le gambe.

Ho conosciuto Fabrizio grazie a facebook, e quando gli chiedo cos'è per lui il basket mi risponde:
Il basket per me è tutto. E' la mia vita, io non posso stare senza. Giocare serve a scaricare tutta la tensione che ho dentro. E' qualcosa di INDESCRIVIBILE.”

Fabrizio mi racconta la sua esperienza, non sempre rosea, con la carrozzina . Dice di aver avuto sulle spalle la compassione di molte persone, fin dai primi anni di vita. Compassione che gli pesava come un macigno, che lo faceva sentire diverso, o meglio: Disabile. 
Alle medie nessuno voleva avvicinarsi a lui, parlargli, conoscerlo. Fino a quando non ha capito che non doveva sentirsi diverso dagli altri. Perchè lui era ed è come gli altri. Da quel giorno la sua vita è stata rivoluzionata. “Ho capito che dovevo buttarmi nella mischia”
L' ha capito all' età di 17 anni, dopo un lungo periodo di depressione, dove si chiudeva in casa e non voleva vedere nessuno. “Avevo paura del mondo”


Il suo amore per il basket nasce alla fiera del cioccolato di Torino, gli viene proposto di iniziare a giocare a basket con una frase soltanto: “vieni a provare e sono sicuro che ti divertirai”. Fabrizio, che all' epoca aveva 9 anni, non ha esitato. “Tutti si sono meravigliati della mia velocità in carrozzina!” Così ricorda il primo giorno di allenamento.

Fabrizio mi spiega che la carrozzina da basket è più leggera e avendo le ruote in una posizione più “scardinata” permette una maggiore velocità e una maggiore agilità di movimento.

Una partita che gli è restata nel cuore è senz' altro la prima. Ha fatto canestro durante la prima vittoria di campionato. Ha preso palla di contropiede con un lancio dal suo compagno e da lì, dice, è volato come un fulmine a canestro.
Dopo aver fatto entrare la palla ho detto soltanto: Evvai! E mi sono tolto la maglia per esultare”. In quel momento, dopo quel canestro, Fabrizio aveva deciso e capito, che quello sarebbe stato il suo futuro. La passione della sua vita.

Gli chiedo di lasciare un messaggio a chi si trova in una situazione simile alla sua e lui scrive:
"Non abbiate paura di affrontare il mondo perché non siamo extraterrestri o chissachè ma siamo anche noi esseri umani che meritiamo di vivere come persone normali, togliendoci ogni pregiudizio che ci viene catalogato al di dietro, siate liberi di uscire e affrontare l'ignoranza di chi non sa cosa vuol dire affrontare giorno per giorno la diversità!!!"

 La storia di Fabrizio ci insegna come una "disabilità" possa essere trasformata in una "abilità". Come una persona prima emarginata possa trasformarsi in un vero e proprio campione sportivo. Di come la volontà possa sovrastare una difficoltà naturale.
Fabrizio ci lascia con una domanda ben precisa: "Esiste la disabilità?"

Cargnelutti Silvia

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